GANZFELD

28 dicembre 2006

100 things we didn't know last year

23. More than one in eight people in the United States show signs of addiction to the internet, says a study.

Nel mio caso è definito Craving.
Le altre 99 qui.


26 dicembre 2006

Sembra non si parli d'altro...

21 dicembre 2006

Chi ha orecchie per intendere...

C'è chi dice sian fratelli, tutto sommato.


sono, dall'alto, Cameron, Copeland, Hawkins

Let it be?

Ho imparato una cosa. Per esser laici non bisogna aver fretta, nè paura del vuoto. E' evidente che chi contrappone le verità della laicità a quelle d'un'altra dottrina fa del laicismo, cioè un'altra roba ideologica con un nome più agevole. Ma siam sempre lì.
Io credo di esser favorevole all'eutanasia, ma anche da studente di psicologia clinica, mica la faccio tanto semplice. Non la faccio semplice perchè davanti a quel che scrive oggi Danton mi fermo 5 minuti a pensare e poi senza conclusioni certe mi vien voglia di scrivere un post e di discuterne, laicamente, sapendo che in ognuno, per quanto lontano, c'è un fondo di verità.
E' difficile, ma credo che Welbi ora non soffra più. Questo voleva. E forse da qui si potrebbe partire.

Oh, giusto.

Chi di paragone ferisce
“Naturalmente c'era una differenza percepibile anche da un ragazzino di dodici anni: quando rubi una macchina, qualcuno resta senza la macchina. È un'operazione a somma zero. Il proprietario si trova di fronte un posteggio vuoto e niente macchina. Ma quando scarichi una canzone da internet, la canzone è sempre lì. Il download di musica è un gioco a somma infinito, e tutti lo sapevano”. Questo spiega Steven Levy, uno dei più grandi esperti di storia di Apple e del web, nel suo recente libro dedicato al fenomeno iPod (“The perfect thing”, Simon & Schuster), a proposito della fragilità dei primi spot antipirateria musicale.
Le strategie terroristiche contro la pirateria musicale in rete sono sempre state sciocche e controproducenti. Ancora più lo sarebbero oggi che la discografia ha trovato degli spazi di convivenza civile e legale con il commercio di musica online, e ha tra le sue priorità riguadagnare il rapporto con i clienti, gli appassionati di musica, trattati negli anni scorsi solo come delinquenti o potenziali delinquenti. Lo stesso vale per l'industria dello spettacolo e del cinema, che è arrivata sulla questione poco più tardi.
Invece, nei DVD, e ogni volta che andiamo al cinema, vediamo quello spot grave e teso che assimila la copia dei film allo scippo e al furto d'auto. Nei cinema la gente sbuffa, qualcuno fischia, e a tutti viene inevitabilmente voglia di fare copie pirata di qualsiasi cosa. Per spiegare ai suoi ispiratori la sventata inefficacia del messaggio, provo a ribaltarlo: se sapeste che prendendo una macchina in un parcheggio, una macchina identica resterebbe lì comunque, vi parrebbe altrettanto criminale e grave prenderla? Se sapeste che rubando un Munch in un museo, il Munch resterebbe sulla parete, e voi ne avreste uno da appendere in salotto, vi sentireste altrettanto in colpa? Sì, ancora un po', forse: ma provate a spiegarlo ai ragazzini.
Bisogna stare attenti, con i paragoni.
Vanity Fair, via Wittgenstein

17 dicembre 2006

Sta cosa che ogni post deve avere un titolo chi l'ha decisa? /5

Che se un po' ci pensavo magari un titolo lo trovavo, ma poi sarebbe stato troppo pomposo.
Volevo dire che "diamante" cantata da De Gregori fa schifo. E fa schifo lui e la sua voce.
Ah, e poi, già che ci sono: sta cosa che solo i politici vecchi devono andarsene, va ch'è uguale per la musica, vecchi tromboni anche più della politica, e i soldi secondo me son anche di più. Ohhh, ma molto di più. Nella musica non c'è uno straccio di meritocrazia o concorrenza o pari opportunità. Anzi nella poltica uno bravo va avanti, magari con altri meno bravi, nella musica zero. Uno bravo sta al palo. Veramente.
eh.

Sembra stia male davvero, la gente

Avevo detto che la gente stava male.
Vorrei proseguire il racconto dell'intrepido Brando con nuovi aneddoti.
Saprete con questi nuovi simpatici ma oscuri eventi trarre verosimili conclusioni?
Badate che non si tratta di aiutini, anzi...il mistero s'infittisce, e la prossima volta scriverò esplicitamente di aiutarmi, l'orror vacui si sta impossessando di me...
Dunque, è capitato: "ciao mi spedisci quello?", "ok, che ne dici di smezzarci le spese, 5€ per uno?", morto. Un altro: "ciao, il tal giorno sarò a provare in via tal dei tali, vieni che ti compro quello." "ok". Arrivo, non c'era. Lo chiamo e mi dice "mi dispiace un casino è che stanotte mi hanno portato all'ospedale" Cazzata, ma non si sa mai. Lui: "mercoledì passo da Sesto e ti chiamo". Non è andata così, ma poi: "Sabato prossimo vieni come la volta scorsa". Io: "col cazzo, non ci sono, vieni tu" Più niente. Un altro mi scrive: "spediscimi al tale indirizzo quell'articolo e dimmi come pagare" "ok, come ci organizziamo per le spese di spedizione?", sparito. E poi il colpo di scena: "lasciamelo a sto prezzo e vengo a prenderlo anche questo pomeriggio, dammi un recapito che arrivo" io un minuto dopo: "ok per il prezzo, questo è il mio numero", l'avete visto?

Sappiate che:
*La storia delle spese di spedizione, oltre che ovvia, è ben specificata sui miei annunci.
*Nell'annuncio è specificato chiaramente di dove sono e dove consegno personalmente
*I "sappiate che..." della puntata precedente sono ancora validi, se non per quel pirla che mi ha paccato...

15 dicembre 2006

Botte e risposte

Se leggo quanto segue
Siete il problema, non la soluzione
Ho in animo di scrivere una cosa da molto, ed è una cosa che avrebbe bisogno di tempo e spazio per non sembrare troppo banale, brusca e demagogica. Ma ogni giorno non trovo il tempo per occupare lo spazio, e così, spazientito come ogni giorno dopo la lettura dei giornali, la metto giù banale, brusca e demagogica. Poi vediamo.
Se ne devono andare. Quando Fassino dice "bisogna cambiare rotta", quando Bersani dice "più coraggio sulle riforme", quando D'Alema dice che ci vuole il Partito Democratico, quando Prodi dice qualsiasi cosa, they-miss-the-point. Entirely. Il punto è che la rotta, le riforme, il partito democratico, non li possono fare loro. Il problema sono loro: il problema è la definitiva distanza delle élites politiche italiane non solo dal paese, ma dal mondo. E dalla dignità del loro ruolo. E non lo dico nel senso comune, per cui si dice "sono lontani dal paese" e si intende che il paese non li ama e loro se ne fregano. Sono proprio altro: sono un'altra cosa. Sono il piede italiano nella fossa del passato e della catastrofe sociale e culturale in cui ci siamo infilati. Vogliono fare qualcosa per il paese, seriamente? Se ne andassero: non lo dico da indignato rancoroso, lo dico da lungimirante e pianificatore affezionato a che le cose migliorino. Se ne andassero ragionatamente, chiamando rapidamente qualcuno a occuparsi delle cose che lasciano, spiegandogli dove sono le chiavi di casa, e appena concluse le operazioni di trasferimento delle responsabilità a qualcuno che viva nel mondo, vadano al cinema e quando tornano chiedano se c'è qualcosa che possono fare per aiutare. Basta.
Fassino è preoccupato davvero? Chiami cinquanta persone in gamba sotto i cinquanta e soprattutto sotto i quaranta e dica loro "volete occuparvi dei DS? è un buon partito, importante, ma ha bisogno di qualcuno che abbia una relazione con l'espressione tempi moderni. Una volta cercavamo di capirli, i tempi, adesso sono loro che cercando di capire noi". Si legga un giornale italiano, Fassino, e si dica se tra ciò che la politica italiana mostra di sé e il lavoro della classe politica si possa escludere una relazione. Non sarà diretta, la questione sarà complessa, ognuno avrà diverse colpe (compresi noi elettori): ma se il malato non guarisce, si cambia il medico. E se il medico si affanna a dire "no, scusate, ora ho capito, so come devo fare, è stata solo una distrazione", gli si mette una mano sulla spalla, lo si ringrazia per il lavoro fatto, gli si offre un cicchetto. E si cambia il medico. Vi abbiamo pure votati, ci abbiamo provato: ma siete un caso disperato.
Ecco, l'ho detta: brusca, banale e demagogica.
Luca Sofri, Wittgenstein


e lo metto al netto del brusco, banale e demagogico non è che poi non ci penso più perchè è solo brusco, banale e demagogico. In verità la soluzione non viene così facile, perchè le quote (di gioventù in questo caso), si sà che antepongono "l'essere parte di..." al "sapere fare" e questo è male, almeno alla lunga. Ma rimane il fatto che neanche la risposta di quel destro là, anche questa al netto del brusco, banale e demagogico, mi lascia poi tanto scandalizzato...


Con una sparata ben poco terzista (perché quanno ce vo' ce vo'), Luca Sofri dice chiaramente e bruscamente che "con questi dirigenti " non cambieranno mai le cose. Io sono molto d'accordo, ma allargo il quadro di Luca. Con questi dirigenti, sia chiaro che io intendo sia di destra sia di sinistra, figli delle ideologie della prima repubblica – socialiste, democristiane e comuniste – non si va da nessuna parte, non si avrà mai modernità, liberalismo e non si starà mai al passo coi tempi. Ma non è soltanto questione di dirigenti, figuriamoci. E' una questione di ideologie. Servirebbero a nulla, al contrario di quanto dice Luca, i trentenni e i quarantenni, se poi questi giovani (oddio, i giovani) scimmiottassero le idee della concertazione, del Vaticano, di Vattimo, dei sindacati e della guerra fredda. L'altra sera, da Daria Bignardi, mi sono venuti i brividi alla schiena a sentire Liva Turco spiegare che il nascituro Partito Democratico si propone di coagulare l'esperienza comunista e la tradizione cattolica, le due ideologie che nel passato si sono combattute e che ora si mettono finalmente insieme per far rivivere lo spirito del compromesso storico (l'ha detto, l'ha detto, ha detto anche "lo spirito del compromesso storico"). Insomma, Luca, non è che con questi dirigenti non si va avanti, non si va avanti con le carcasse ideologiche del passato, siano esse comuniste, socialiste, fasciste o democristiane. Ci fosse qui Guzzanti direbbe che ci vuole la rivoluzione liberale.
Christian Rocca, Camillo

Ah, i pensieri impuri...

p.s.
non che adesso sia diventato girotondino. Quelli erano
solo bruschi, banali e demagogici e al netto di questo rimaneva solo una roba un po' infantile. No no, è che anch'io sono un "lungimirante e pianificatore affezionato a che le cose migliorino", e da tale qualcosa di oggettivo è gia un po' che lo dico.

Obama

Almeno là, fatemi fare quello delle cause perse. Quello che almeno per il momento non si preoccupa di portare via il voto al vincitore...
Il primo spot elettorale di Barak Obama.


12 dicembre 2006

Sta cosa che ogni post deve avere un titolo chi l'ha decisa? /4

Dieta iperproteica e Meshuggah hanno una qualche significanza sul tono dell'umore.

10 dicembre 2006

Riassuntino


...gli ultimi quattro giorni...
 Posted by Picasa

04 dicembre 2006

Mauditis V

Quindi?
Grazie Gago

02 dicembre 2006

The pigeons and the bean

Il bello di avere una cosa da solo, il blog, è che fai un po' come ti pare e quindi puoi fare un post tutto incoerente.
Due cose: una è che vorrei stare in questo periodo, ma anche negli altri, nella città qua sopra; l'altra è che è sempre più evidente che se non fosse per le pubblicità ho come l'impressione che qui nessuno si ricorderebbe del Natale, e non che mi dispiaccia poi tanto. Ma la solita tiritera del Natale consumista va fatta
tutti gli anni, di questi tempi. Sempre di ricorrenze si tratta.