GANZFELD

31 marzo 2007

Riflessioni polemiche

Dal greco "polemikòs" che significa "attinente alla guerra": senza dilungarmi su cosa è per me essere di sinistra, che l’ho abbastanza bene in mente, accennerei di ciò che non lo è.
L’altra sera, giovedì sera, concerto. ZU, magnifici, andateci appena vi capita e senza esitazione.
Concerto in noto centro sociale super sinistro, sedicente tale, milanese.
Entro e si fuma dentro, sigarette, cilum. Io non fumo, tu padrone, e sottolineo padrone, di casa mi imponi una tua pratica molto poco salutare che non ho richiesto. Tu, padrone di casa, senza pensare ai miei sani polmoni, che magari poi mangi anche biologico in toscana, mi imponi il tuo fumo. Luogo pubblico, ah il pubblico, impestato da una tua insana abitudine. Io, in evidente posizione di minoranza e debolezza, travolto dal menefreghismo corporativo della moda, in questo caso di fumarsi.
Il concerto è partito all’una di notte. Questo significa concedere la visione del suddetto ad una nicchia di privilegiati, e lo sottolineo, che il venerdì mattina possono dormire o che pur di vederselo dormirebbero cinque ore. Le pari opportunità sarebbero state rispettate se fosse partito alle dieci. E invece io studente o lavoratore mi sono trovato ancora imposto una tua altrettanto malsana abitudine, solo perché ti trovi in una posizione di vantaggio economico e sociale (lavori come e quando vuoi, se lo fai), padronale, diresti tu.
E poi molte delle persone che bazzicano questi luoghi sono vestiti in divisa, rasta, ciuffetto sulla nuca, piercing, sono inquadrati come militari. I capelli rasta, simbolo di movimento
religioso cristiano, decontestualizzati, commercializzati, volgarizzati e portati in un modo assai superficiale, a migliaia di miglia dal loro natio luogo, africa o caraibi, sono un esempio di ciò che la globalizzazione dovrebbe evitare.
Morale: conformismo, legge del più forte, egocentrismo ed effetti deleteri della globalizzazione tutti insieme, in un posto che si dice di sinistra.
Ecco, io con la suddetta sinistra non centro nulla, sia chiaro. Io sono con coloro che si definiscono democratici e di sinistra.

L'heiddegeriano Dasein

L’obbiettivo è voler scrivere qualcosa in maniera formalmente piacevole. Si sa, in realtà, di non essere in grado di farlo, ma anche chissenefrega. Si pensa di non poterlo fare perché, prima di tutto, per scrivere di qualcosa bisogna averlo in mente, occorre il complemento oggetto del verbo scrivere. Non averlo rende, teoricamente, impossibile ed inutile tentare di farlo.Ma nei fatti si compie, nel resocontare dell’incertezza che lascia un predicato senza oggetto. Più corretto forse sarebbe dire un Predicato senza Oggetto.

Un freudianio ci vedrebbe qualcosa, più che d’inconscio parlerebbe di preconscio. Perché del proprio inconscio non è possibile parlare, perché se è inconscio non se ne sa nulla, altrimenti, massimo massimo, trattasi di preconscio.
Ma i freudiani li lasciamo perdere che con le loro metafore stancano.
Restiamo sugli incerti, che forse lo sono davvero o forse lo sono per non voler veder chissachè.
O forse lo sono solo perché hanno voglia di scrivere di qualcosa senza avere qualcosa da dire.
Ma, si sa, non si può sempre avere tutto. L’importante almeno è che sia piacevole.

Ma ho la netta sensazione che questo mio tentativo di dialettica escheriana, di piacevole proprio non abbia nulla.
Ma chissà, siamo incerti noi. A volte almeno.

28 marzo 2007

Sperare, senza se e senza ma.

Ieri sera il sen. DeGregorio (qui di fianco) ha detto prima della votazione sull'Afghanistan che, a conti fatti fino a lì, dato che sarebbe stato il 158esimo voto a favore, si sarebbe astenuto (al Senato è come votare contro) perchè non avrebbe certo voluto essere la stampella del governo Prodi.
A parte che non lo sarebbe stato, egli fa una dichiarazione di voto in cui mostra di strafregarsene dell'oggetto in questione, per il cui suo interesse è pagato. Senza imbarazzo alcuno lascia fra le righe trasparire di voler far cadere il governo a cui sostegno è stato eletto
(lista DiPietro, non ripeto come la penso su sti partiti) e il cui sostegno ha fatto mancare prima ancora che si insediasse.

Il problema è che tutto questo è stato da lui candidamente spiegato al tg1 davanti a milioni di persone. Mi chiedo in quale altro ambito umano sia consentito un comportamento del genere. Me lo chiedo davvero, dove? credo neanche nella malavita. Sia chiaro, non il fatto di aver tradito, quello è ovunque, ma quello di dichiararlo così, senza pudore. Dichiarare apertamente, nei fatti, di non lavorare secondo ciò che ha promesso, ma per giochi di palazzo, lasciando chiaramente intendere tutto il retroterra di promesse e ricatti in cui sguazza.

Ma è anche in questi momenti di sconforto, per restare in tema Senato, che penso alla senatrice della mia città (qui a destra), Fiorenza Bassoli, al suo impegno, alla sua competenza, alla sua serietà e allora torno a fare il segretario della mia (che è anche la sua) sezione col sorriso, torno ad impegnarmi perchè so che i miei sforzi non sono vani.

26 marzo 2007

Oppebbacco!


E rispetto invece al diventar ciechi, com'era?

Buon segno

23 marzo 2007

titolo?

20 marzo 2007

Menomale.

16 marzo 2007

Once upon a time...

Nel 2000, Copenaghen mi pare.
Grazie a Loslavo

13 marzo 2007

Fossi figo...

Oggi ho visto il primo uomo in perizoma. E' accaduto nello spogliatoio della mia palestra.
Noto col tempo che non si tratta di vero e proprio esibizionismo, ma è più narcisismo. C'è chi passa tutto il tempo, per svestirsi e rivestirsi, da palestra o da ufficio, denudandosi o coprendosi, con gente intorno o meno, per un totale di 4 volte a botta, guardandosi costantemente allo specchio.
Speriamo non trovino mai uno specchio d'acqua, come accadde quella volta a quello là.

Eh, cosa vuoi, son cose.


12 marzo 2007

Ripeto: La carne, vale

Febbraio 2006 scrissi questo.
Il vaticano dice che la manifestazione sui Di.Co è una carnevalata: che dire, ribadisco.

08 marzo 2007

Rock'n'Roll: fratellicalafuria.com

05 marzo 2007

Aderiscilo!

E' stata una delle prime cose che ho scritto su ganzfeld.
Qui la fanno sul serio.