GANZFELD

30 novembre 2007

Thin Air

21 novembre 2007

Oggi Ganzfeld compie due anni. Non mi hanno mai entusiasmato i compleanni. Ma è stata l'occasione di rileggere post passati, ho avuto quella sensazione che si ha quando si mette la testa fuori dal finestrino del treno in corsa. Una specie di eccitazione perché tutto scorre velocemente ma anche con un certo timore, pur sapendo di essere al sicuro, anche se con un certo timore, pur sapendo di essere al sicuro, anche se con un certo timore...(a via così...)

!

19 novembre 2007

La salvifica dispercezione del fastidio. (O, il lato oscuro della funzione riflessiva ipertrofica)

Oggi in metropolitana ho realizzato una cosa: ascoltavo un disco che ho da una vita, Mad Season - Above, uno dei miei preferiti, come quelli che si raccontano in certi romanzi o nelle storie di certi papà di mezz’età. Ascoltandolo molto attentamente, cosa fatta in realtà non così spesso, e con delle cuffie come si deve ho notato che la chitarra fa rumore. Fa quel grrr tipico (per chi un poco s’intende) quando non suonata e che volendo si può togliere. Anzi, che si toglie. Uno dice: “mh, ma com’è fastidioso questo grrr lo faccio sistemare, come farebbero i professionisti”. Poi scopri che si può anche non fare. Scopro, toh!, che certe cose perfette non lo sono ma lo sembrano solo e funzionano lo stesso come lo fossero. Potrei mettermi ora a ragionare di come in questo caso il grrr sia irrilevante a cospetto di tanta bellezza. O di come sia funzionale ad un certo mood alternative. O di come qualcuno manco se ne accorga del grrr perché non è mica tanto sveglio, in realtà. Potrei, come faccio di solito, perdere qualche ora a lavorar di fioretto in realtà per cercare di rifuggire il grrr logico, stavolta, altre volte quello etico o fenomenologico o epistemologico o quel che vi pare. Poi, tolto quel che sento io, resta quello che altri sentono.
Ragionamento banale e ovvio sì, e va bene, ma aver la forza di agire un chissenefrega davanti ad un grrr, da ovunque arrivi, concentrandosi sulla bellezza che genera per quanto mi riguarda non è mica tanto cosa di tutti i giorni.

14 novembre 2007

Visto o sentito /18


Non so, potremmo fare così. Quasi a risarcimento del vostro, vabbè ma capirai che dolore, disappunto per i rari aggiornamenti di Ganzfeld, segnalo di Joe Henry e Bill Frisell, Civilian. A guardarlo dal verso giusto, sinestesie permettendo, è perfetto. C'è ne per tutti. Qualsiasi persona onesta con se stessa non può dire che i pezzi non gli piacciano. Che venga dal r'n'r o dal jazz. La loro esecuzione poi: con Frisell alla chitarra, non c'è chitarrista onesto con la sua chitarra che non possa dire che lui, su certe cose, è il capo. E la voce di Joe Henry è seduta fra Dave Matthews e Corey Glover che ascoltano pop suonando rock venendo dal blues con spirito soul imparando del jazz mentre si rilassano, però. Ecco, il tutto ben lontano dal polpettone eclettico che qualcuno potrebbe immaginarsi.