GANZFELD

31 ottobre 2007

Labour of students /4

Labour of student sì, ma in realtà titolerei: della regressione delle difese che ti coglie dopo mille pagine noiose.

"...nel corso del loro viaggio in America Freud, Jung e Ferenczi si analizzano l'un l'altro. Jung, lo sappiamo dalla sua penna, rimase molto colpito quando Freud rifiutò di continuare a farsi analizzare da lui." Haynal, "uno psicoanalista fuori dall'ordinario"


Ma fa ridere solo a me?





sol: ANALizare, hihihi!! Haynal, uno psicoanalista fuori dall'ordinario...hehehe.

27 ottobre 2007

anche se sono in giro, vigilo.


16 ottobre 2007

Come gli alieni

Funziona come con gli alieni. Sono lontano, sconosciuti, chissà. Ma c'è chi giura che ogni tanto arrivano, fanno capolino, ogni tanto con crudeltà rapendo qualcuno magari. Dicono, chissà. Altre volte a far capolino sono cose reali, ma le trattiamo come gli alieni.
In Birmania è successo qualcosa davvero o me lo sono sognato? Ora in quelle prigioni si compie tutto ciò che abbiamo scacciato da noi. Ventre marcio nostro forcluso, ora ne succedono di ogni, ma noi non guardiamo più perché non è più roba nostra, perché non la vediamo più. Ma è nostra eccome. Come l’anoressia ritratta da Toscani, ha fatto capolino e noi: “oddio e quello che è?” Poi tutto si accomoda e la sensazione di stupore viene sostituita da un’idea più comoda e allucinatoria che ci instilla il dubbio che ciò che abbiamo visto fosse solo un sogno che ci ha tormentato per un momento ma che ora è finito. Per noi è mezzo reale e mezzo no. E per non passare per matti è meglio tacere, meglio evitare di farsi vedere rincorrere e protestare per quello che uno con la mia faccia sta facendo e non dovrebbe. Negli Stati Uniti il complice si becca la stessa pena de colpevole. Stiamoci attenti, perché quando gli alieni ripassano in zona potrebbero non notare la differenza fra occhi a mandorla e tondi, potrebbero non notare i vestiti diversi e potrebbero notare solo che stiamo tutti in piedi su uno stesso pianeta.

avevamo ragione

Se ne possono dire di tutti i colori, va bene, ma questa cosa per cui ci si dà da fare anche se non tutto è come vogliamo sembra funzionare. Il dato di fatto è che l'altra domenica ne è capitata una così grande da dirsi grandiosa, mentre coloro che dicevano che non s'aveva da fà perchè mancavano paroline d'ordine, fiorellini, gradazioni di rosso o bianco sono alla finestra, insieme a coloro che non sono mai scesi per strada, perchè il mondo non è di loro gradimento, ma intanto tutto scorre, tranne loro, che aspettano.
E spiace.
Ma ancora una volta è evidente che se non fosse per noi nulla sarebbe cambiato.
Ora non sprechiamo tutto, siamo stati bravi. Andiamo avanti, che siamo già parecchio in ritardo.

Poi Luca Sofri cita Berselli che spiega la cosa un po meglio, qui di seguito.

"I "perfettisti" sono i seguaci del "perfettismo". Ad esempio quelli che non sono andati a votare per le primarie del Pd perché il nuovo partito non era abbastanza liberale, socialista, popolare, democratico, insomma perché non era perfetto. Sono quelli che sono disposti a dimenticare le tristi necessità del presente in vista di un futuro che sarà molto migliore e forse anche molto più futuro. Sono le vittime di una malattia inguaribile per la cultura della sinistra. Dove conta essere "scomodi", dove importa manifestare "disagio", dove conviene mostrarsi "mai soddisfatti". I perfettisti, sempre preda di quella nevrosi che è un peccato anche per la fede, in quanto «sacrifica i beni presenti all'immaginata futura perfezione» (Rosmini). Per il perfettismo la socialdemocrazia è un'abdicazione, il gradualismo è una rinuncia, le libertà borghesi sono formali, le riforme sono banali. Sono sempre i migliori, i perfettisti: chiusi nella loro orgogliosa sicurezza, sicuri di possedere la verità. Poi certe volte arriva il popolo, che a forza di schede travolge le aspettative. E allora potrebbe anche capitare di vedere gli idolatri della perfezione spalancare la boccuccia per la sorpresa: perché qualche volta anche i perfettisti fanno "oh"."
Repubblica.it

10 ottobre 2007

John, tienimi un posto.

Qui le cose si mettono che sembra che nei prossimi mesi farò robine da adulto.
Tipo che frequenterò assiduamente attacamentologhe.
Attaccamentologhe.
Che è quello che volevo fare. Se andate qui vi fate un'idea: io parteciperò a quelle ricerche che permetteranno di proseguire l'ultimo paragrafo di questa pagina.
Se tutto andrà bene.


07 ottobre 2007

destra e sinistra.

Mi astengo dal fare quel ragionamento che lascerebbe intravedere la conclusione percui certa sinistra e cert'altra sinistra non dovrebbero stare inseme. Mi astengo.
Mi astengo dal farlo ma Michele Serra spiega il problema ancora una volta.

Il Municipio di Bologna ha fatto ripulire via Zamboni dai graffiti. I graffitari hanno già annunciato che la ridipingeranno come pare a loro, e che l´odioso sindaco Cofferati non si permetta mai più. Il Municipio di Bologna rappresenta la città. I graffitari rappresentano loro stessi. Ovvio che negli ultimi vent´anni i graffitari abbiano stravinto: gli interessi privati e le pulsioni individuali hanno travolto gli interessi pubblici ovunque e ad ogni livello. I muri di molte città italiane sono stati di fatto privatizzati da chi desidera lasciare traccia del proprio passaggio, e francamente se ne fotte se altri preferirebbero vedere quel muro pulito, o appena velato da quella bava di fuliggine alla quale siamo tanti affezionati. Per colmo della confusione, un gesto di destra come l´appropriazione di ciò che è di tutti, passa per "libertario", mentre il disperato tentativo di una città di difendere la sua identità pubblica viene bollata di "repressione". La morte del concetto di collettività fa sì che molti dei gesti compiuti nel nome di evidenti interessi pubblici (per esempio, pulire i muri di una via) passano per mostruoso arbitrio del Potere. Forse l´unica scappatoia che resta, per uno come me, è scrivere di notte sui muri: "i writers sono di destra". Michele Serra, L'amaca, la Repubblica, 3 Ottobre 2007.
io sono della sinistra che fa il sindaco, come se non si sapesse.

grazie a FreddyNietzsche

03 ottobre 2007

Ma uno cosa deve fare? smettere di suonare?

Daiiemo!

funziona così:

il 14 ottobre si va a votare per decidere che fa il segretario nazionale e regionale del PD. Insieme si eleggono tutti coloro che in regione e al nazionale formeranno la costituente, come quella volta tanto tempo fa in Italia, quando si è scritta la costituzione.
Una cosa del genere, per un partito, non è mai capitata in Italia. Si può seguire passo passo la nascita, avendo sott'occhio tutti i genitori. Cioè non vale l'argomentazione "tanto so come va a finire" oppure "già conosco, non mi interessa". Ci proviamo, please?

Detto questo al nazionale voterò Weltroni (scritto così?) e in regione il trentenne Maurizio Martina. Che non è male.
Qui una sua intervista, dice cazzo e un paio di cose nuove e intelligenti.
Poi tanto scriverò ancora qualcosa
.

02 ottobre 2007

Ever since I put their picture in a frame

E' davvero splendido. E' un ringraziamento ai migliori fan che loro stessi dicono di avere.
Ci sono le date italiane dell'ultimo tour. E' prodotto divinamente, con un attenzione rara.
Chi è stato ai loro concerti in Italia sa bene di che parlo. Chi non c'è stato può farsene un'idea.

E poi ci sarebbe qualche nota personale da aggiungere ma non lo farò, altrimenti il patetismo sarebbe quasi insopportabile.
Ma per chi conosce come mi sono andate le cose ultimamente il titolo "picture in a frame" è davvero perfetto.