GANZFELD

26 settembre 2007

Due cose. E la solita questione.

Erano sempre stati di pelle scura, nera, lontani, spesso bambini. Quando avevano la pelle chiara erano in bianco e nero, lontani nel tempo, in Germania, Austria, Polonia, Italia, in guerra. Ce ne si poteva difendere. Con la pelle bianca, oggi, pelle e ossa moribonde, fanciulla, non l’avevamo ancora vista così. Così tanto. La campagna di Nolita firmata Oliviero Toscani è una ragazza malata d’anoressia, nuda davanti all’obbiettivo. Evidentemente da monito. Non so, le controindicazioni della ricchezza. I disturbi alimentari, DA, sono solo nelle società opulente, dalle altre parti non c’è scelta, a far paura è la sua l’assenza non l’onnipresenza. Poi: sull’Espresso è posta la questione spinosa degli psicofarmaci che sono sempre più gestiti con disinvoltura da medici di base irresponsabili, psichiatri un po’ ottusi e pazienti ansiosi d’aiuto. E ci risiamo. Che facciamo? Andiamo in cerca di un giudizio tanto rapido quanto superficiale, certamente ideologico e possibilmente drastico, sugli psicofarmaci? tutto si o tutto no? O sulla moda? Come un cane che si morde la coda, imballato, ritorniamo alla questione: siano pure gettati elementi puramente emotivi (il corpo affamato o i nomi cabalistici di pillole misteriose) sulla scena, ma per dio, qualcuno si occupi di aiutare a comprenderli con la testa. La ragazzina in sovrappeso di 15 anni che cerca di piacere e si mette a dieta e sua madre apprensiva appena divorziata che la vede, quando la vede, dimagrire a sua detta troppo cosa se ne fanno dell’espresso sotto braccio con il poster di Toscani davanti? Se una miccia in loro c’è, forse s’accende. Oppure le immagini si gettano millemiglia lontano, la dove erano state prima, al sicuro, dove non si vedono. (tipo così)

Quando avrò gli strumenti e le possibilità prometto di occuparmene, ma ora se ne occupi chi deve. Il problema evidentemente non è l’Espresso o Toscani, quelli sono elementi di pancia (Bion li chiamava beta), il problema è ciò che li lascia soli, perché manca la loro comprensione, Bion la chiamava (anche) digestione. Credo se ne debbano occupare: La scuola: colpevole di avere insegnanti ignoranti in materia non in grado di compier un servizio per il quale sono pagati, ma non diteglielo che si arrabbiano. I media: smettano di pagare con i soldi spesso pubblici sedicenti professionisti che sono narcisi truffatori e chiedere a chi lavora davvero in quel campo. (posso dare dei nomi). Le famiglie: che potrebbero leggere di più e dipendere, delegare anche, meno i media e potrebbero invitare gli insegnati dei propri figli ad insegnare anche qualcosa di nuovo, sempre che non si arrabbino.