GANZFELD

10 settembre 2006

Dilungazioni

Repubblica.it riporta il caso di una persona auto-segregata in casa per 26 anni, terrorizzata dalla paura di esere contaminata dai microbi. Un caso particolarmente grave di sindrome ossessiva-compulsiva, almeno sembrerebbe principalmente, con mille altri risvolti, altrettanto drammatici anche per le persone che la conoscevano. Non uno straccio di intervento da parte di un professionista della salute mentale. Nessun tentativo serio di informare chi legge una notizia del genere su cosa possa essere accaduto. Pareri differenti da differenti professionisti, per esempio. Non i soliti narcisi irresponsabili della tv, ma professionisti seri. Per razionalizzare, per informare e ricordare, per esempio, a chi sta male che c'è chi può aiutarlo perche ha passato la vita a studiare, e non negli studi televisivi, per poterlo fare. Sia per pedagogia sia per prevenzione. Per dar speranza a chi ha storie di disagio mentale nella propria vita e per dovere d'informazione.

Sono ancora molte le persone che hanno reazioni scomposte quando dico di studiare psicologia clinica. Tutti sanno tutto, mai una domanda, per poi raccontarti del conoscente psicologo che alla fine è "impazzito". Come se fra gli ingenieri non "impazzisse" nessuno. Come se un medico s'ammalasse di ciò che cura. Sono troppe le persone che liquidano facilmente qualcuno con "matto". Troppe le persone che dei "matti" hanno solo paura o curiosità voyeuristica. Troppo pochi quelli che si rendono conto che un "matto" è una persona che soffre, che ha bisogno d'aiuto. Che credono sia una sconfitta rivolgersi ad un professionista della salute mentale impauriti dalla (falsa) credenza di essere bollati "matti", in realtà perche è ciò che loro fanno con chi "va dallo psicologo". Come fanno i media, lasciando gli utenti senza strumenti per capire: come con i "brutti mali" di una volta: innominabili e inguaribili.

Sui malanni fisici c'è uno straccio (ma straccio) di cultura fra i non addetti ai lavori. L'uomo della strada sa distinguere una radiografia da un esame del sangue. Un infermiere da un primario. Un oncologo da un callista. Una distorsione da un maldipancia. Niente di questo per il disagio mentale: psicologi del lavoro o clinici, psicoterapeuti, psicoanalisti, psichiatri sono tutti sinonimi. I test psicologici sono quelli da spiaggia e quelli seri, come quelli che si facevano prima del militare, sono demenziali. I matti sono matti punto-e-basta, tutti siamo un po' depressi (ma nesuno s'immagina cosa sia la "vera" depressione, tranne chi l'ha vista di persona). La schizofrenia è una cosa che ti fa avere due personalità (non è vero) e per Freud il mondo era fatto di sesso (come per Ramazzotti). L'incoscio sanno tutti cos'è ed è scontato che esista. Si potrebbe continuare in eterno (in proposito consiglio Blandino, "il "parere" dello psicologo", ed. Cortina).

Anche se ancora nessuno sa cosa ci facciamo su questa terra la psicologia è una scienza che progradisce e migliora, come la medicina. E, come la medicina, ogni tanto cura e ogni tanto solo consola, ogni tanto sbaglia e ogni tanto non serve a nulla. E' un grande problema per la nostra cultura avere circhi delle sfortune (spesso risovibili) altrui. Anche se con una coltre di (ipocrita) pietà.
Per certi versi siamo ancora nel medioevo, con "il matto del villaggio" condannato, quando non al carcere, a prendere le pietre in testa dai bambini.

Le pietre oggi sono i commenti omessi o assurdi nei giornali, per strada o in tv della gente comune o del sediciente psico-qualcosa da Vespa. Sono pietre la loro ignoranza colpevole e cinica. Sono pietre la spettacolarizazione di un evento come quello della signora in questione. Cosa interessa alla gente? Perchè allo stesso modo non si riporta, magari sotto la voce "cronaca", la malformazione di un bambino?

Per iniziare a cambiare questo scempio barbarico basterebbe, come si fa con i casi clinici medici, inserire i casi clinici psicologici o psichiatrici sotto la voce "medicina", o meglio, "salute", accompagnando la truce descrizione con il commento di qualcuno, o più d'uno siamo sempre in democrazia, di cui ci si possa fidare. Poi utilizzare gli esperti del primo paragrafo nei media e nelle scuole per educare.

Spesso una delle reazioni provocate da ciò che non si conosce è la paura. E più una cosa ci fa paura, più ci pensiamo. E più ci pensiamo meno ne entriamo in contatto davvero. E meno ne entriamo in contatto e più ci fa paura. Esattamente come i microbi per la signora di cui sopra.

1 Comments:

  • come non concordare ahimè...un tizio una volta, dopo aver appreso che studiavo psicologia, mi ha detto che secondo lui gli psicologi saranno i preti del futuro...o ancora,mentre svolgevo l' attività di tirocinio, una paziente ha detto al mio tutor "sa che io e lei facciamo più o meno lo stesso lavoro?...io sono una cartomante..." ebbene, questi episodi si commentano da sè e potrei riportarne migliaia...con questa mancanza di cononscenza purtroppo si impedisce l' utilizzo e la diffusione di una risorsa importante...insomma, la psicologia non è il sunto delle 10 regole per vivere bene, e lo psicologo non è colui a cui fare domande del tipo "stamattina ho lavato i denti con la mano destra anzichè con la sinistra, che significa?"; ma soprattutto non è materia alla portata di tutti anche se tutti credono (con molta arroganza il più delle volte) di sapere cos'è la psicologia e soprattutto di non averne bisogno...come per tutte le cose, prima di parlare bisogna conoscere...ma spesso ce ne dimentichiamo...SGAGA

    By Anonymous Anonimo, at 17:44  

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