17 luglio 2007
14 luglio 2007
Si vabbè.
Fanno passare la voglia anche a me. Mi chiedo a chi posssano farla venire.
Questo è il fatto. Altro che palle.
13 luglio 2007
Dei quarti rimasti.
Quello che divideva il punk dal grunge e dal metal o quello che mancava alla fine i qualsiasi cosa, dell’anno scolastico o al raggiungimento di quelle prime volte o di quella agognata 18esima, ha deciso cos'era giusto o sbagliato.
Mica c’ho mai pensato.
E stato quel tempo che dieci anni fà non poteva andare oltre a tre mesi avanti a me, perché davanti non sembravano esserci scelte da compiere, in realtà. Sembravano da compiere lì, in quel momento, ma mica per il futuro in realtà…si compievano pensando al presente, e chi se lo immaginava com’è adesso. In realtà però si credeva di guardare avanti secoli e di esser bravi a farlo. E non ce ne si è mai curati, del tempo, perché sembrava non dover essere mai messo in discussione, perché era un dato di fatto con cui ragionare, su cui contare, da contare. Le regola con le ragazzine dei tre giorni-tre settimane-tre mesi non era messa in discussione, per esempio, anche se, quando andava bene, i giorni slittavano in settimane e i mesi…i mesi quando è andata male non sono ancora finiti.
Soltanto ora ho capito che il tempo si può iniziare a contare, oppure no. A considerarlo oppure no. Si può iniziare a sperare che sistemi oppure no. Si può iniziare a pensarlo spazio, più che tempo, delle proprie deleghe oppure no.
Lo si può fermare e non pensare a che sarà fra qualche giorno o in quelle sere di novembre in cui sarà freddissimo, ora che fa caldissimo. E non decidere, non decidere di fare una cosa al posto di un'altra, ma decidere che si fanno quando capitano e si fanno e basta, perché non saranno in contemporanea, no, saranno mie, non sue. Mie. Non sue. Non deciderà con il suo calendario cosa è giusto fare o no. No. Neanche quando le avrà spostate più indietro o più dentro o più lontane. Le avrò fatte io, non avrò trascinato un cazzo per inerzia. O per pigrizia. O per paura.
Credo, almeno.
10 luglio 2007
09 luglio 2007
L'assassino? Il maggiordomo.
Fosse un film si direbbe si vabbè e forse si uscirebbe dalla sala.
Perché quella mattina quel posto era così bello? Non lo è mai stato. Perché quel temporale lega con un filo protagonisti a nord e sud di queste tristi città?
Sequenze scontate, sempre col senno del poi ovviamente.
Ma di passa di acqua sotto i ponti. E ne cade dal cielo. E ne cadrà da qualche occhio anche, ma è inevitabile. E’ la vita che scorre, con i post patetici e le situazioni da film che sono più banali che nei film banali.
Di cui però non si azzecca mai il finale, se non alla fine, dopo averlo visto, quando si dice che è stato banale.
Ma forse non è banale, forse in realtà è solo scontato. Perchè in realtà lo avevamo previsto. Perchè è la nostra volontà che si compie. Meledetta lei.