GANZFELD

09 luglio 2007

L'assassino? Il maggiordomo.

Dalla regia piovono banalità. Banalità di pioggia per esempio, che costringono ad appuntamenti improvvisi e fanno tardare ad altri previsti. In entrambi i casi legando tutti i protagonisti più di prima, un po’ infradiciati, come nei film. I racconti d’incontri casuali e di lettere perfette sotto la porta si sprecano, in questo periodo. Per due volte, ma mica solo a me, Milano sembrava un altro posto. Un posto da cui ripartire a malincuore se ci si è stati in vacanza, lavorando magari. A Milano, in vacanza, ma quando mai.

Fosse un film si direbbe si vabbè e forse si uscirebbe dalla sala.
Perché quella mattina quel posto era così bello? Non lo è mai stato. Perché quel temporale lega con un filo protagonisti a nord e sud di queste tristi città?
Sequenze scontate, sempre col senno del poi ovviamente.
Ma di passa di acqua sotto i ponti. E ne cade dal cielo. E ne cadrà da qualche occhio anche, ma è inevitabile. E’ la vita che scorre, con i post patetici e le situazioni da film che sono più banali che nei film banali.
Di cui però non si azzecca mai il finale, se non alla fine, dopo averlo visto, quando si dice che è stato banale.

Ma forse non è banale, forse in realtà è solo scontato. Perchè in realtà lo avevamo previsto. Perchè è la nostra volontà che si compie. Meledetta lei.