GANZFELD

07 novembre 2008

Mauditis

'Le tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio di pedofilia''
P. Binetti. PD


Non gli fregherà niente a nessuno ma io proseguo. E qualcuno penserà anche che, nel mio piccolo, possa fare il suo gioco di anziana in cerca di pubblicità.
Da autorevoli commentatori, però, stavolta non mi sono giunte delucidazioni soddisfacenti. Le posizioni che si alternano sono quelle democristiane contraddittorie volemosebbene della segreteria del PD, che dice sbaglia ma siamo pluralisti, liberal, il reato di opinione manco c’è nel codice penale, a quelle di Concia, parlamentare inviperita, che però per disciplina obbedisce. Ma rimane inviperita. Poi, oggi sull’unità, Manconi si fa delle domande e non ne viene a capo. Non perché sia incapace ma perché, secondo me – alla fine, il timore è che la sua espulsione costituisca un precedente con cui si potrà poi eliminare e processare chiunque.

Per me, invece, la cosa è più semplice. Sbaglierò, ma le mie considerazioni sono le seguenti.

1- non si tratta di aver sostenuto una potenziale e legittima opzione politica che il Pd avrebbe potuto considerare e valutare. Ci mancherebbe questo fosse un reato di opinione. Una volta era così, no?
Ma dire che nell’omosessualità può essere insita la tendenza ad uno dei peggiori e più gravi reati non è un’opzione politica ma riguarda le personali reti di significato che costruiscono la mente. Si tratta di una calunnia, dettata da propri pregiudizi, ignoranza, malafede, rabbia, presunta superiorità fascista e paternalista, tendenza all’etichettamento con conseguente attribuzione valoriale e discriminazione.

2 - non si tratta di uno stile di vita privato incompatibile con ciò che il partito va dicendo. La questione qui sarebbe più delicata ma, a meno di reati, può starci che nel privato si razzoli meno bene di quanto si predichi. Un medico che fuma può essere comunque un buon medico.

3 - è stato detto pubblicamente. Non si tratta dunque di un’affermazione privata rubata. Che anche li. Lei ha voluto pubblicamente dire come la pensa su questa cosa. Ripeto, non è un opinione, è la manifestazione di un atteggiamento spregevole, talvolta amato dalla destra, voluto manifestare pubblicamente. Ora, non vorrei credere che la signora in questione sia la paolotta di provincia che si trova di colpo in città e non sa l’aspettava. Ci deve dire perché lo ha detto, cosa voleva ottenere e se magari ha intenzione di pubblicare un’agile pubblicazione per approfondire la questione.

4 – il problema poi secondo me cela un’altra cosa. La gran parte della dirigenza Pd viene dalla dirigenza nazionale dc/pc degli ultimi decenni dello scorso millennio. Allora i reati di opinione c’erano. Ma del punto primo. Ma ora non va bene. Dunque per far vedere che siamo tutti moderni e gggiovani, liberi tutti. No. Non funziona così.
In Germania, qualche anno fa, ricordo che la ministra della giustizia fu costretta a dimettersi perché disse, su Bush, che anche nella guerra di Hitler c’erano dei fini economici. Capirai.
Qui a me sembra si sia disposti invece a mantenere posizioni terrificanti pur di non andare a toccare quei fragili equilibri che ornano i sarcofagi dei sacri sacerdoti della politica, esperti e magnifici.

Mi devono spiegare, ora, qual è il limite.

Il parlamentare, poi, lo abbiamo detto mille volte, non è il militante della sezione di campagna. Per altro, la signora, è stata eletta non con le preferenze, ma in una lista bloccata e in posizione sicura: la Binetti deve esserci. Immagino quanti, votando, abbiano storto il naso, mentre qualcun altro, magari ha rinunciato a votare PD. Mi immagino chi invece ha votato pd per causa sua: “almeno una che dice le cose come stanno sui quei cazzo d’invertiti.”

Ed ora, all’ennesima, dove sarebbe lo scandalo nel dire che la sua palese manifestazione di ignoranza in materia, nonché la sua malafede, non siano compatibili con il delicato ed ambizioso, oltre che difficile, responsabile ed onorifico mandato che migliaia di cittadini le hanno dato? Che la sua presenza non è compatibile con la volontà di rinnovamento, perdio!, meritocratica di questo partito. La si escluda dal gruppo in senato, la si inviti a dimettersi e a fare una riflessione personale su quale sia la migliore collocazione in parlamento.
Nessun reato d’opinione, solo not in my name.

Non mi sembra più grave che, nei fatti, assolverla.