GANZFELD

31 agosto 2006

Luglio, agosto, settembre nero

Un post piuttosto fuori tempo. Ma volevo proprio scriverlo fuori tempo. Perchè ci sono cose che non passano, anche se le si dimenticano.
In Libano c'è stata una guerra. Veloce, ma sempre una guerra. E di questa guerra, come al solito raffreddata dietro i numeri, c'è stata una cosa che mi ha colpito. Anzi due. Il diavolo si nasconde nei particolari, insieme alla consapevolezza: Sappiamo tutti che è morto fra le file dei soldati israeliani il figlio dello scrittore Grossman, Uri. Si potrebbe considerarlo uno dei tanti, certo, in effetti è uno dei tanti, ma il dettaglio è che era un fan di Johnny Cash. Come me. Io e lui ascoltavamo gli stessi dischi. Quante volte avrà sentito Hurt o Walk the line? Quelle che io posso ancora ascoltare.
L'altro è un dettaglio di un bombardamento in Libano: le bombe hanno affondato un centinaio di pescherecci attraccati in porto. Mi sono chiesto: ma dal giorno dopo la famiglia che con quella barca campava, come farà a comprare da mangiare? come farà?
Due dettagli in grado di sgretolare le mie difese, fatte di numeri parati davanti come in Matrix, che mi fanno ricordare che il mondo è fatto di persone.
Checchè se ne dica.