GANZFELD

21 giugno 2006

Riticolizzati

Nè dal punto di vista didattico nè da quello, come dire, legale, la Maturità ha un minimo di senso. Non si capisce perchè dopo cinque anni, cento pagelle e un miliardo di voti uno debba sostenere un esame. Perchè? E' come se al '90 si mettesse di dafault il golden gol, anche se vinci 2-0.
Diciamo, lo so, che è un rito. Di passaggio, o d'iniziazione, chi lo sà. Però dico, almeno famolo bene!
La laurea è un rito. Non c'è rischio di bocciatura ma c'è un giudizio: la tensione è data dai vestiti eleganti, dalla cerimonia, dall'esporre davanti a tutti il prorpio lavoro, incoraggiato dal professore, non minacciato. La tensione è quella di avere un'organizzazione di fronte che ti dice: "Và, figliuolo: ne sai abbastanza" e tu, pronto, "maddeche?". Nessuno ti minaccia, se non la tua ambizione, il tuo ego, o super-ego.
La maturità, non è un rito per gli studenti. O meglio: non solo, non tanto. Lo è però per i professori. L'ultimo atto di potere, la minaccia, addolcita dall'inaspettata, ma immancabile, magnanimità. Così quasi da farsi perdonare dai propri studenti le inifnite rotture di palle. E farsi ricordare con un grazie altrimenti impossibile, spesso, senza quest'ultima ruffianata.
La maturità così è folle, senza senso. Un'accozzaglia di nozioni, superficiali, con misteriose fughe d'approfondimento, inadeguate e inopportune, spesso, come chi le conduce. Non c'è quasi niente di proprio, solo una tesina, disorganizzata, salti da una materia all'altra, vaneggiando d'interdisciplinarità, (e chiamatelo eclettismo, se ne avete il coraggio!) che è la tomba della Cultura. Sembra una funzione cognitiva deficitaria e confusionaria, figlia di quelle mattinate che alternano la palestra all'inglese e poi alla matematica. Solo un pazzo si organizzarebbe una giornata così.
La Matura è in realtà l'ultimo gesto d'imperio dei professori. E' l'autocelebrazione di una corporazione che, per quanto mi riguarda, in maggioranza, gestisce una baracca autoreferenziale, prolissa e poco professionale.
Io ho anche conosciuto professori, uomini e donne, due o tre sui centomila che ho frequentato, eccellenti.
Una volta, uno di questi, un amico, un professore di liceo, bravissimo e amato, mi disse: "Gli studenti dovrebbero essere valutati per le domande che fanno, non per quel che rispondono".
Sarebbe meraviglioso.

5 Comments:

  • Mi trovo pienamente daccordo. In fondo cos'è la maturità, se non un "copiaticcio" generale incoraggiato anche dai professori che hanno paura altrimenti di fare brutta figura? Oltre ad essere giudicati per le domande che facciamo e non per le risposte che diamo, sarebbe bello anche vedere la vera differenza tra chi ha imparato veramente qualcosa, intendo dire dal punto di vista di crescita della persona, e chi è rimasto fisso allo studio delle materie in forma prettamente didattica, imparando a memoria formula fisiche, matematiche e autori solo per "dare il contentino a babbo e mamma" e farsi "cocco" al professore.
    In culo alla balena quindi, a chi come me non si ricorda tutte la derivate a memoria, ma a cui è stata riconosciuta una crescita personale, MATURATA nel corso dei cinque faticosi anni!

    By Anonymous Anonimo, at 18:12  

  • Mi trovo pienamente daccordo. In fondo cos'è la maturità, se non un "copiaticcio" generale incoraggiato anche dai professori che hanno paura altrimenti di fare brutta figura? Oltre ad essere giudicati per le domande che facciamo e non per le risposte che diamo, sarebbe bello anche vedere la vera differenza tra chi ha imparato veramente qualcosa, intendo dire dal punto di vista di crescita della persona, e chi è rimasto fisso allo studio delle materie in forma prettamente didattica, imparando a memoria formula fisiche, matematiche e autori solo per "dare il contentino a babbo e mamma" e farsi "cocco" al professore.
    In culo alla balena quindi, a chi come me non si ricorda tutte la derivate a memoria, ma a cui è stata riconosciuta una crescita personale, MATURATA nel corso dei cinque faticosi anni!

    By Anonymous Anonimo, at 18:12  

  • io alla maturità mi sono divertita. Ho fatto tutto come nei cinque anni precedenti, cioè hi dormito sempre la notte prima, ho chiaccherato con il mio compagno di banco durante gli scritti e fatto battutte fuori luogo...però non si sa come mai, sono stata apprezzata di più. la rivivrei tutti i giorni, la maturità. Francesca

    By Anonymous Anonimo, at 00:24  

  • come si fa a non concordare?...abbiamo una scuola che ormai promuove sempre meno cultura,intesa come apertura mentale e capacità di pensare con la propria testa in modi non convenzionali...che tende ad omologare,dando un modello d' apprendimento sbagliato e fine a sè stesso (la "terza prova" della maturità, o i tanto odiati "scritti a crocette" che si fanno all' università, rispecchiano questa convinzione)... che spesso aiuta la società nell' etichettare l' individuo (un laureato vale molto di più per la polazione benpensante...al di là della sua reale personalità...ovviamente la critica non è rivolta verso ki studia, ke fa benissimo, ma verso ki si limita ad utilizzare il titolo di studi come metro di giudizio...);ebbene, nella mia carriera scolastica, ho conosciuto decine e decine di professori... ne ho stimati un paio, forse...e penso che ciò valga per la stragrande maggioranza degli studenti...non sarebbe opportuno soffermarsi su questo?...e poi ragazzi, la vita non va nè studiata, nè diplomata, nè laureata...ma va vissuta...

    By Anonymous Anonimo, at 17:08  

  • ma ti dirò che troppo spesso i liceali ci ragionano anche poco su queste problematiche riguardo all'istruzione (come quella dell'ex maturità per esempio). mi viene in mente un piccolo aneddoto di una mia ex compagna di classe del liceo che era indignata con uno dei migliori professori che personalmente abbia mai avuto solo perchè nel suo programma di studi non aveva inserito una quantità infinita di filosofi e sopratutto (apriti cielo!) aveva omesso kant. il professore con tutta la tranquillità del caso allora le rispose: "hai ragione scusa. ecco, ora inizio a spiegartelo: kant che ti pass! ti è piaciuto?". la compagna non trovò modo di ribattere e dopo un momento di silenzio imbarazzato (dell'alunna ovviamente, e contornato di ovvie risate dei compagni) lui continuò con le sue lezioni dove spiegava tutto, tranne ciò che dicevano i filosofi. spiegava filosofia tutto sommato. e qui io dico: cara ex compagna (e con te tante altre/i), quell'anno non hai studiato kant. quello dopo ti sei buttata a capofitto su tutte le vaghe nozioni di storia, latino, matematica, fisica, ecc. che ti hanno inculcato in vista di un esame che tutti sappiamo com'è. ma quel giorno col prof, se eri abbastanza lesta e sveglia allora sì che uscivi dai tuoi schemi mentali (non poi i tuoi davvero, bensì quelli che il sistema scolastico ti impone e che tu accetti passivamente) e gli rispondevi. e gli rispondevi cantando! allora dall'essere una bella lezione sarebbe diventata sicuramente memorabile. per tutti. ste

    By Anonymous Anonimo, at 18:25  

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